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Inauguriamo la rubrica di Innovation Club su BergamoNews con un’intervista a Dario Longobardi, Amministratore Delegato di Neos Consulting. Dario Longobardi si è occupato nella sua vita lavorativa da 35 anni di sistemi informativi aziendali e di introdurre tecnologie ICT nei processi aziendali.

Buongiorno Dario di cosa ti occupi?
“Sono amministratore delegato e socio di Neos Consulting. Neos Consulting è un partner capace di intervenire realizzando progetti completi di cambiamento anche di tipo organizzativo capitalizzando una grande e lunga esperienza nella gestione dei sistemi d’impresa e contestualizzando questa esperienza in un’efficace modalità di utilizzo degli strumenti informatici. Abbiamo sede presso Point Service a Dalmine”.

Come possiamo definire l’Industria 4.0?
“La quarta rivoluzione industriale è l’innovazione digitale nei processi dell’industria che rappresenta la chiave per la competitività del comparto manifatturiero del futuro. Parliamo prima di tutto di rendere i processi produttivi e di fabbrica “smart” cioè intelligenti. Industria 4.0 è una definizione coniata in Germania per descrivere un programma di incentivi per l’innovazione. Molte altre nazioni in tutto il mondo hanno varato iniziative simili e questa definizione è diventata internazionale”.

Quali tecnologie possono rappresentare un cambio di paradigma?
“Esistono numerose tecnologie che possono rappresentare un’importante evoluzione. Oggi si parla dell’utilizzo della Realtà Aumentata (AR) per i processi di manutenzione: un operatore può essere guidato con opportune indicazioni visualizzate attraverso Smart Glass. Anche un assistente umano può poi rispondere ad una sua richiesta di supporto. La Realtà Aumentata (AR) può realizzare anche un’altra dinamica: fotografando un oggetto è possibile analizzare in tempo reale l’immagine e comprendere lo stato di usura di un articolo o la presenza di alcune anomalie. Un importante elemento di innovazione è rappresentato dall’Internet of Things (IoT). Pensiamo ad esempio che oggi un prodotto industriale o un macchinario può essere arricchito da sensori e “tag attivi” che lo rendono connesso. In questo modo il produttore di un cuscinetto può rendere facilmente accessibili dati ‘prestazionali’ e chi fornisce un impianto industriale può gestirlo attraverso un sistema di controllo remoto. Ma l’aspetto più importante, per rendere una fabbrica davvero intelligente, è trasformare i dati in informazioni integrando le moltissime fonti interne ed esterne che oggi non possono non essere prese in considerazione. La gestione dei Big Data può avvenire oggi su Database “in memory” che velocizzano l’esecuzione delle operazioni fornendo un’analisi in tempo reale”.
Ma la quarta rivoluzione industriale è solo legata alla conoscenza e all’applicazione della tecnologia?
“Dal mio punto di vista la conoscenza della tecnologia e la sua applicazione sono le condizioni necessarie ma in realtà il paradigma dell’Industria 4.0 è soprattutto un ripensamento a tutto tondo dei processi dell’azienda dell’implementazione di un nuovo modello di business. L’idea di fondo che accomuna diversi settori è quella di fornire un mix di prodotto e servizio anche per i clienti “business to business”. Nel momento in cui un prodotto industriale è connesso attraverso l’Internet of Things può essere noleggiato e fatto pagare considerando il dato del suo utilizzo mentre i servizi di manutenzione evolutiva possono essere forniti attraverso un canone periodico”.

Come misurare l’impatto di questa rivoluzione?

“Il primo elemento da considerare per misurare l’impatto tecnologico è certamente la produttività dell’azienda. Per tornare all’esempio citato, se attraverso la realtà aumentata i nuovi manutentori possono essere più velocemente formati e assistiti, è chiaro che viene espresso un maggior valore in quel processo. Se consideriamo invece il senso più esteso dell’Industria 4.0, cioè il ripensamento del modello di business, i vantaggi sono anche più importanti. Un nuovo modello di business permette di realizzare un differenziale competitivo rispetto ai concorrenti e un rapporto più continuo e fedele con i propri clienti”.

Le innovazioni dell’Industria 4.0 sarà applicata in tutti i settori?
“Ovviamente troviamo situazioni molto diverse. In alcuni settori queste tecnologie saranno dirompenti come l’elettronica, l’automotive e tutto il comparto delle produzioni di macchinari ed impianti. Credo che anche i settori che si considerano più tradizionali potranno vedere delle notevoli trasformazioni. Bisogna sempre considerare lo status della singola azienda nel suo contesto di mercato, contesto che può essere velocemente rivoluzionato dall’avvento di una startup impostata su un nuovo paradigma”.

A proposito di Startup qual è la connessione tra Industria 4.0 e il mondo delle Startup?
“Se parliamo in particolare delle Startup Innovative direi che sono certamente connesse con la rivoluzione dell’Industria 4.0. Se un’azienda manifatturiera ripensa il suo processo di relazione con il mercato in termini di “prodotto e servizio” potrebbe ad esempio generare una Startup per gestire questi servizi a valore. Può anche accadere che una Startup esistente possa avere già creato un servizio o una tecnologia molto interessante. In questo caso l’azienda manifatturiera può acquisire la Startup o parteciparla diventando un investor industriale”.

Quali sono i rischi connessi a questa rivoluzione industriale?
“Il principale rischio è che i propri competitori adottino tecnologie e modelli che possano far “cambiare le regole” nel mercato. Come sempre l’evoluzione tecnologica, in particolare quella digitale, avvantaggia il cosiddetto “first mover”. Non dimentichiamo a questo proposito che non solo la Germania ma tutti i paesi europei e moltissimi paesi emergenti stanno finanziando il proprio sistema industriale attraverso incentivi per vincere la sfida dell’innovazione”.

Dal lato degli incentivi ci sono buone prospettive anche in Italia?
“Il Governo Italiano ha reso operativo il piano sull’Industria 4.0 che contiene molte iniziative. Di conseguenza le aziende devono essere attente e sempre più consapevoli per poter valutare ogni possibile opportunità”.

Infine le chiediamo un giudizio sull’iniziativa di Innovation Club?
“L’innovazione non è mai un processo lineare ma è spesso il frutto di un dialogo tra professionisti esperti di diversi ambiti. In questo senso un network di innovatori ed imprenditori come Innovation Club è davvero una bella idea”.